Il 21 giugno apre al pubblico The Contact. Un ponte tra fisico e digitale, la prima mostra phygital presso la Fabbrica del Vapore all’interno degli spazi di Alveare Culturale, a cura di Alisia Viola e Tommaso Venco.
La rassegna è promossa da Point Break e Tokenable e prodotta da The Crypto Gallery e T|V.
Documenta, in tutta la sua contemporaneità, il movimento della Phygital Art attraverso le opere di Matteo Mandelli, uno dei pionieri della scena internazionale di questa corrente. L’intenzione è quella di infrangere le catene sociali e materiali generate dall’opera fisica per potersi specchiare nelle infinite possibilità del digitale. Tutto cambia a seconda di come viene guardato, ciò che viene osservato può mutare, le prospettive modificano l’opera e così lo spettatore, il quale viene chiamato ad andare oltre il supporto fisico e a toccare il digitale con mano.
Quando parliamo di infinito, ancora ad oggi considerato qualcosa di intangibile e inarrivabile per l’essere umano, pensiamo subito a Lucio Fontana, il quale ha stravolto questa poetica nell’arte mediante i suoi tagli. Matteo Mandelli, riprendendo il medesimo concetto, è riuscito invece a renderlo totalmente tangibile e palpabile, attraverso un’estensione e un completamento delle opere dell’artista italo-argentino. Aggiunge una sua chiave squisitamente personale e unica.
Crea un ponte tra fisico e digitale realizzato non più sul supporto tradizionale per eccellenza, la tela, bensì su quello di ultima generazione: lo schermo. La tela e i colori vengono costituiti dalla frammentazione e dall’esplosione dei cristalli liquidi che rappresentano i veri protagonisti delle sue opere. Sceglie lo schermo come supporto, in quanto simbolo del progresso tecnologico e il flessibile da taglio come pennello contemporaneo.
Al momento del contatto, con la rottura dei cristalli liquidi, si vanno a generare dei nuovi colori che a loro volta originano nuovi orizzonti. Saranno proprio questi nuovi piani di lettura a formare l’opera, una generazione digitale su un supporto fisico. La particolarità di questa operazione è la capacità dell’artista di trasformare un concetto infinito ed eterno, come la tecnologia, in qualcosa di mutabile. L’opera cambierà nel tempo e invecchierà assieme al suo proprietario fino a spegnersi. Ogni schermo è accompagnato dal suo corrispettivo Nft a testimonianza del primo contatto che si crea tra l’artista e l’opera.
Quando lo schermo cesserà di funzionare, diventerà lui stesso la testimonianza, mentre la sua controparte digitale diventerà l’opera vera e propria, in quanto ne permette una conservazione e una fruizione.
La mostra vuole essere un manifesto dell’arte Phygital nel senso più profondo del termine, finora poco conosciuto al grande pubblico. Un progetto di carattere artistico-culturale, sociale e innovativo. Si verrà a conoscenza e a contatto diretto con una delle micro-avanguardie che si sta sviluppando sempre più velocemente a livello globale, si ritiene che da qui al 2030 avrà un suo riconoscimento e valore all’interno del sistema dell’arte.
L’esposizione permetterà di venire a conoscenza della cosiddetta rivoluzione digitale nell’arte. Al contempo, la ricerca e il lavoro di Mandelli pongono radici profonde nel web 3.0, portando i valori sociali che contraddistinguono il sistema decentralizzato anche all’interno della sua poetica e condivisione con il pubblico. Il visitatore avrà la possibilità di osservare e partecipare alla nascita del contatto attraverso cui il fisico e il digitale interagiscono tra loro arrivando a fondersi completamente e vivere un’esperienza immersiva e interattiva a 360 gradi.
La mostra si apre con una proiezione di forte impatto emotivo e sensoriale, accompagnata dalle ultime opere inedite realizzate dall’artista. In quanto mostra phygital, saranno presenti dei lavori attraverso i quali lo spettatore potrà interagire direttamente creando un’esperienza partecipata. Di particolare interesse è quella che vedrà il pubblico indossare un caschetto, che permetterà di co-creare un’opera sulla base delle emozioni percepite. Una sperimentazione in cui arte, tecnologia e neuroscienza si uniscono costituendo un’esperienza inedita ed emozionale.
MATTEO MANDELLI
Matteo Mandelli in arte YOU, classe 88’, è un artista performativo che, attraverso le sue opere, esprime la sua immaginazione più profonda nell’atto di creare un regno che ancora non esiste. Trova la sua ispirazione negli anni Ottanta e nel movimento spazialista; di particolare importanza sarà l’incontro con i lavori del maestro dei tagli, Lucio Fontana. Mandelli apre finestre su orizzonti invisibili, portando avanti una ricerca volta a sdoganare i tabù più reconditi girando il mondo e dando voce agli ultimi. Alcune sue opere sono state esposte ad Hong Kong, Milano e a Venezia presso il Decentral Art Pavilion in parallelo con la Biennale di Venezia.
MOSTRA CURATA DA ALISIA VIOLA E TOMMASO VENCO
Alisia Viola, Milano, classe ‘95. Curatrice d’arte contemporanea, critica d’arte e project manager culturale. Ha curato testi editoriali e svariate mostre d’arte lungo tutto lo stivale, spaziando tra i linguaggi e i medium contemporanei più disparati. Svolge attività di curatrice d’arte, critica d’arte e project management culturale per gallerie d’arte, enti pubblici e privati, curando mostre, cataloghi d’arte e collaborando con artisti italiani e internazionali. Scrive per diverse testate di settore. Attualmente lavora anche con realtà e artisti phygital, occupandosi di progetti d’arte tra il fisico e il digitale.
Tommaso Venco ha collaborato alla curatela di mostre in spazi prestigiosi come Malpensa e il museo dei Medici. È un curatore per una società e un manager per gli artisti. Ha anche partecipato ad accademie e spazi workshop come insegnante di web3 e blockchain.